Caro Joseph,
siamo una coppia di coniugi osservanti e timorati di Dio, e troviamo molto utili i consigli di questo blog, uno dei migliori nel suo campo per serietà e professionalità. Il nostro matrimonio è stato benedetto dalla nascita di Emanuele, che cresce felice ed amato e che tra tre settimane compirà 9 anni. Nostro figlio frequenta regolarmente il Catechismo, e l’anno prossimo vivrà la gioia di mangiare per la prima volta alla Mensa del Signore. C’è solo una nube che si addensa ad oscurare il suo sereno futuro. Ad Emanule è stata diagnosticata una forma particolarmente grave di celiachia, per cui non può ingerire nemmeno una piccola quantità di glutine senza essere esposto ad effetti collaterali. Ne abbiamo ovviamente parlato con un sacerdote, che ci ha informati che purtroppo tutte le ostie contengono glutine, e che lui sappia non ne producevano per celiaci. Cercando in rete, abbiamo scoperto che la Congregazione per la Dottrina della Fede (tramite una lettera firmata dall’allora cardinale Ratzinger) considera le ostie completamente prive di glutine come materia invalida per la comunione. Questa notizia ci addolorava molto, perché temevamo che Emanuele sia impossibilitato a prendere parte al SS. Sacramento. Il prete ci ha assicurato che, visto che l’ostia si trasforma nel Corpo di Cristo, a sua opinione non dovrebbero esserci complicazioni. E poi, certamente la salute fisica di nostro figlio è importante, ma lo è ancor di più quella ultraterrena. Visto che però il pediatra di Emanuele continua a sconsigliarci animosamente di fargli ingerire glutine, gradiremmo come ultima conferma un vostro illuminato parere in merito.
Cordiali saluti,
Giacomo & Mariangela
Cari Giacomo e Mariangela,
la vostra domanda riguarda tutti i milioni di persone che, sventuratamente, non possono assimilare il glutine. Molti di loro, voi compresi, esprimete una legittima perplessità nei confronti del sacramento dell’Eucarista, considerando che esso adopera come materia prima un cibo contenente glutine e talvolta (certamente non nel vostro caso) arrivando addirittura a contestare le posizioni del Santo Magistero della Chiesa in proposito. Non dubito che nel vostro caso sia superfluo ricordarlo, ma vi rammento che gli uomini di Chiesa si adoperano incessantemente per il nostro bene, e che se esistesse una possibilità di commutare l’eucarista usando prodotti senza glutine non l’avrebbero lasciata intentata. Le gerarchie ecclesiastiche non consentono l’uso di pane senza glutine per la transustanziazione non perché mossi da qualche forma di sadismo, o di conservatorismo, posizioni del tutto ingiustificate dato che certamente il pane usato originariamente da Gesù Cristo nell’Ultima Cena era molto diverso dal pane azzimo usato attualmente, e persino la varietà di grano che presumibilmente usò è oggigiorno estinta.