“Cosa si può fare? E soprattuttamente cosa posso fare io? Na “beata minchia.” Diceva Cetto Laqualunque.
Purtroppo quella commedia è una tragica realtà quotidiana… ma un rimedio c’è. Il rimedio siamo io e te.
Il fuoco nel petto e le mani gelate
Alzi la mano chi è indignato dall’impunità del clero che protegge i pedofili.
Alzi la mano chi è oltraggiato dal costante dilagare di baggianate ridicole che un’istruzione decente spazzerebbe via.
Alzi la mano chi sente ribollire il sangue al pensiero di mille cose che vorrebbe cambiare e non può cambiare.
Ecco, alzare la mano è inutile. Io ho scritto questo paragrafo settimane fa e non ti vedo… Eppure spesso e volentieri quel che facciamo in risposta a questi desideri di cambiare le cose sono tanto inutili quanto alzare la mano adesso. Che si tratti di sfogarsi su un social media, sventolare una bandiera o appenderla a un balcone, si finisce con un nulla di fatto.
Si narra che durante un assedio a Corinto Diogene, non avendo nulla da fare, rotolasse su e giù la sua botte- casa, forse per sottolineare l’assurdità delle smanie di chi gli stava intorno, forse per non sentirsi inutile nel momento del bisogno.
Purtroppo nella società moderna, come Diogene siamo assediati da tutte le parti.
Siamo circondati da pseudoscienza, complottismo e superstizione. Oscurantismo in una parola, non soltanto ormai endemici nelle menti piú deboli della società: addirittura si sono ammantati di una abusiva rispettabilità e hanno catturato il potere delle istituzioni.
E così ci siamo trovati un parlamento che include per legge uno stregone biodinamico a metter bocca su come l’italia produce il suo cibo. Ci assicurerà la tutela di chi seppellisce un corno pieno di letame in una notte di luna piena per far crescere le messi.
E noi? L’individuo è spesso lasciato impotente, come un Diogene con la sua botte, davanti a eventi soverchianti.
Da cui la domanda: “che cosa posso fare?”
Ecco, oggi ti voglio parlare del perché penso sia necessario iniziare a rispondere a questa domanda e farlo sistematicamente. Perché lo stato di cose nel mondo, ora come ora, è catastrofico e necessita una cura.
Illuminismotrepuntozero nasce proprio per essere la cura. Ma per essere efficace ha bisogno di te.
C’è bisogno di attivisti per la ragione, che portino lumi dove gli oscurantisti hanno portato le loro tenebre.
L’illuminismo è una cura per l’oscurantismo dominante. Ciò che hanno in comune tutte le teorie del complotto, le superstizioni religiose e le fuffe quantomeopatiche è in ultima analisi l’irrazionalità delle loro fondamenta. E proprio la razionalità illuminista può abbattere l’intero edificio di fantabubbole colpendolo direttamente alla base. Insomma in un mondo di stupratori, mutande di ferro.
Non è un caso che vadano così spesso a braccetto il bersi un preparato omeopatico, le balle di un antivaccinista e il sermone domenicale: tutti e tre, infatti, si propagano abusando delle stesse debolezze.
Un’istruzione carente, che lascia poco spirito critico, che non fornisce il necessario scetticismo, che priva della conoscenza più basilare del mondo, lascia vulnerabili davanti a imbonitori dalla parlantina sciolta.
I meccanismi psicologici di accettazione supina dell’autorità, della pressione dei pari, del credere a quel che ci rassicura di più sono caratteristiche innate dell’umanità. La ragione, tendenzialmente, ci permette di identificare quando queste debolezze ci espongono all’abuso.
La ragione è la corazzatura inguinale di cui abbiamo bisogno per evitarlo, l’abuso.
E ovviamente la selezione memetica finisce col premiare quelle ideologie, religioni, teorie sul mondo che, non potendo sopravvivere all’esame razionale, hanno in sé un meccanismo per evitarlo.
Ecco, questo è un concetto chiave quindi lo voglio ribadire. Non c’è necessità del minimo complotto, piano malefico o pervicace intenzione per spiegare come mai le forze oscurantiste facciano leva sugli stessi meccanismi. È semplicemente lapalissiano che le versioni più diffuse di queste concezioni irrazionali saranno quelle dotate di caratteristiche che ne permettono la diffusione e sopravvivenza. Sono gli stessi basilari principi dell’evoluzione biologica.
E va capito pure che come in biologia esistono le simbiosi, anche in questo ambito quando una superstizione porta chi ci crede ad abbandonare la razionalità, rigettare la scienza, restare nell’ignoranza, quella superstizione crea condizioni ottimali per l’arrivo di altre idee irrazionali. Che si tratti di complottismo antivaccinista o ideologie politiche che solo a complotti sanno reggersi in piedi, farà poca differenza.
Quindi quando la dolce vecchina di turno insegna al nipotino ad avere fede perché la sua religione è dolce e buonissimerrima, se anche la sua religione fosse veramente la cosa più bella del mondo, sarebbe arrivata al prezzo di disintegrare le difese mentali del nipotino. E di condannarlo quindi ad essere facile preda non solo di superstizioni dannose, ma anche di tutto il resto dell’oscurità. La nonnina avrebbe fatto meno danni a tirargli giù i pantaloncini e lanciarlo contro un prete.
Accettare l’irrazionalità porta a credere all’irreale e a fare l’irrimediabile.
Un’altra caratteristica chiave dei complessi di idee di successo è quella di favorire le condizioni sociali alla diffusione. E questo viene sia nella forma di motivare chi diffonde le idee, sia in quella di spingere a costituire strutture sociali che possano veicolarle.
È così che ci si ritrova gente che si raduna in gruppi facebook per la “massima diffusione”, che fa evangelismo, che manda missionari in posti remoti. O in chiese, associazioni come “comunione e liberazione”, partiti, sette e cellule terroriste.
O gruppi per l’abolizione della schiavitù, come il nonno di Darwin.
E sì, perché gli stessi meccanismi funzionano anche quando li si impiega per migliorarla, l’umanità.
La questione è che a un certo punto bisogna ricordarsi della differenza tra Denis Diderot e Jean Meslier. Sia chiaro, non sul piano morale: sono vissuti in condizioni estremamente differenti e questo cambia cosa avevano la possibilità di realizzare.
Ma senza giudizio, guardiamo a come ha vissuto l’uno e come l’altro.
Meslier per tutta la sua vita è stato un prete, come mille altri, con la differenza che le sue libidini erano sfogate con giovani donne, non con bambine. Solo alla sua morte il suo pensiero ateo, anti-monarchico (pure proto- comunista, dice qualcuno) viene rivelato. Tutta la vita l’ha passata ben sapendo come stanno le cose davvero, ma contribuendo a diffondere l’oscurità cattolica.
Dall’altro lato Diderot, che come posizioni non era molto dissimile, anche lui come Meslier voleva vedere “l’ultimo re strangolato con le budella dell’ultimo prete” addirittura. Ma a differenza di Meslier ha speso tutta la sua vita a cooperare con chi gli stava attorno per diffondere idee illuministe.
E i risultati sono stati ben diversi tra i due. A Meslier son toccati onori assai postumi, grazie a degli estratti dove però Voltaire ne nascose l’ateismo commutandolo in deismo. Diderot, invece, ebbe in sorte di essere un prolifico autore di commedie, padre dell’Enciclopedie, infine premiato da Caterina II (la vendetta, ah ah) con una comoda pensione, tanto era cresciuta la sua fama da Parigi a Mosca. Il suo pensiero non solo si è diffuso chiaro e forte, ma col tempo ha anche prodotto una società nuova, diversa, più libera, senza re o regine. E sì, se ve lo state chiedendo, pure alla sua benefattrice ha chiarito che avrebbe dovuto abdicare.
La domanda che ognuno di noi dovrà dunque farsi è se vuol vivere da Meslier o da Diderot. E il mondo ha bisogno di Diderot. Tanti Diderot.
L’unione fa la forza
Un aspetto chiave del successo di Diderot è che non è stato di Diderot. È stato di Diderot, D’Alambert, de Jaucourt, le Breton, d’Holbach, Montesqueu, de La Chapelle, Rousseau, Voltaire… l’elenco è lungo e ve lo lascio incompleto, perché il punto non sono i nomi, è il numero.
Diderot da solo avrebbe potuto fare solo quel che ha potuto fare Meslier in vita: una beata minchia. Nel senso che ha beato la sua, di minchia, non soggiogando la sua mente alla dottrina cattolica. E di nuovo: senza chierichetti! Onore al merito.
Invece Diderot è vissuto in un periodo dove l’opportunità c’era di cooperare tra tanti, tanti Meslier. E questo ha prodotto cambiamenti così grandi da alterare la storia, non solo in Francia dove vivevano, ma in tutta l’Europa e poi nel mondo. Hanno seminato quelle idee illuministe che hanno portato la democrazia. La separazione dei poteri? Un sogno bagnato di Montesquieu, all’epoca. E tale sarebbe rimasto se Montesquieu avesse nascosto l’idea in un testamento. Lo stesso vale, cambiati i nomi, per altre cose che oggi sono per noi la norma. Libertà di e dalla religione, autonomia corporea, suffragio universale.
Se chi ha avuto queste idee fosse rimasto isolato, non avrebbe potuto far altro che lasciarle in un cassetto.
Quello che le ha rese una realtà quotidiana per centinaia di milioni di persone è stata la cooperazione di decine, centinaia, migliaia di attivisti. Iniziando da poco, arrivando alle masse.
Oggi Illuminismotrepuntozero conta una decina di attivisti (non tutti autori, anzi, ringrazio un’altra volta Llde e Terasud che contribuiscono tenendo su il sito, il buon Gianluca Biondi per i loghi e le grafiche, Sylvia che aiutò a stendere il manifesto) ed è il risultato di un lavoro partito ufficialmente nel 2022 ma di cui si è preparato il terreno per anni (ho provato a lanciare iniziative simili varie volte). I risultati di questo lavoro lo vedete in oltre 1600 contenuti, di cui una cinquantina esclusivi, cioè prodotti apposta per questo progetto.
Ma cosa potremmo fare se invece di essere una decina fossimo un centinaio? Se contiamo il pubblico totale di questa decina di attivisti, arriviamo facilmente alle decine di migliaia. Il rapporto, non so se ci rendiamo conto, supera l’uno a mille. Se fossimo cento questo significherebbe contare in centinaia di migliaia. Una cittadina di medie dimensioni già la riempiamo, se fossimo dieci volte tanto probabilmente a un capoluogo di provincia o di regione ci arriveremmo. Padre Kayn da solo ha 22000 iscritti, è più grande il suo canale del paese in cui sono nato e cresciuto. E non di poco.
Soprattuttamente, cosa puoi fare tu?
La risposta è un sonoro “dipende”, ma fin tanto che hai voglia di fare e tempo da spendere, qualcosa si trova senza problemi.
L’ideale ovviamente è giocare sulle proprie forze. Non tutti devono essere a loro agio davanti a una telecamera per aiutare a combattere l’oscurantismo. Non serve nemmeno essere bravi con le parole. Senza i nostri Llde e Terasud il sito non reggerebbe il vostro traffico né la mole di contenuti che ha. Senza Gianluca Biondi non avremmo delle grafiche guardabili. Se tutto quel che sai fare è stare su un social media e riconoscere quando qualcuno si comporta male, puoi aiutare a moderare una community. Se tutto quel che sai fare è guardare un calendario e ricordare di chi è il compleanno oggi, puoi aiutare a organizzare le pubblicazioni e gli eventi. E se proprio non sai far nulla, puoi imparare, a fianco a qualcuno che già sta aiutando.
Tutto quel che devi fare è alzare la mano. Ma non qui, non adesso che lo ripeto, non ti vedo: é inutile. Al limite fallo nelle community degli autori che ti piacciono su questo sito e chiedi “come posso aiutare?”
Oppure puoi prendere l’iniziativa e fare una cosa tutta tua. Che siano meme, vignette, soap opera, libri, tornei di calcetto, proiezioni locali, club per scambisti, ogni attivitá puó essere “colorata” da una lente illuminista. No, non scherzo, pure il club per scambisti, basta aggiungere il “tocco” di ricordare che la libertà sessuale tra gente consenziente è cosa buona e giusta e che non bisogna farsela portar via da dottrine sessuofobiche.
L’importante è che non provi a restare da solo, perché unendo mille fioche luci possiamo trasformare la notte in giorno.
P.S.: se proprio non sai che fare, vieni nella community Discord di osa sapere e organizza un bel club del libro. Basta cliccare qui e dire “voglio organizzare un club del libro”.