Come fa un dio* fuori dal tempo a reagire a qualcosa che accade nel tempo? Ma soprattutto, è possibile dimostrare l’inesistenza del dio cattolico, di allah e di qualsiasi altro immutabile dio che reagisce a… qualsiasi cosa?
In breve, sì.

La serie:

Le prove dell’inesistenza di dio

* In questo testo è stata usata la lettera minuscola all’inizio dei seguenti vocaboli: dio, allah, asherah, yhwh; padre, signore, figlio, cristo nel loro riferirsi alla divinità; spirito santo. Si tratta di una scelta letteraria volta a sottolineare, sia per chi scrive, sia per molti atei, che a tali personaggi immaginari nel corso della Storia umana è stata attribuita un’immeritata importanza. Come modo ulteriore di desacralizzare questi soggetti verranno quindi qui così degradati anche in violazione delle convenzioni ortografiche.

Oggi ci occupiamo di un’altra prova certa e incontrovertibile dell’inesistenza di dio, specificamente vedremo che dio non esiste perché dovrebbe essere atemporale e immutabile ma dovrebbe anche avere delle reazioni e le due cose sono contraddittorie.

Nota:
Quando dico “certa” e “incontrovertibile” non è per arroganza,bensì per la natura delle dimostrazioni logiche. Si tratta dello stesso tipo di certezza che troviamo nel dire che 2+2=4 (ma in grado maggiore, essendo la logica completa e corretta e la matematica incompleta). Non è quindi né un vanto né un’opinione personale, ma un mero fatto tecnico.

In particolare questa prova ha dei limiti. Non si applica allo yhwh descritto nelle storie più famose dell’Antico testamento (solo quelle, escludendo quindi Salmi e altro) ad esempio. Quel dio esiste nel tempo con tanto di corpo dotato di mani, piedi, testa, spalle (e pure genitali, se oltre all’Antico testamento includiamo il vasellame).

(fonte)
Yhwh con la sua asherah, dice la descrizione. Ma io mi concentro più sulla salsiccia che arriva alle ginocchia.

Questo yhwh non è minimamente colpito da questa dimostrazione. Quello è un dio che si pente, agisce e reagisce, muta di continuo il suo stato, ha difetti come la gelosia e l’iracondia. E le prende pure da un pastore nomadico a caso in un match di wrestling.

La dimostrazione si applica invece a quello spostamento del traguardo che sono molte varietà di dio reimmaginate dai cristiani più “filosofici” e in particolare da molti deisti. O a uno yhwh che include ogni descrittore biblico.

Un dio che non può cambiare (ma onnipotente eh)

Quali tipi di dio possono essere definiti immutabili? Quindi a che tipi di dèi si applica questa dimostrazione?

Un esempio è il dio “fuori dal tempo” (facendo finta che questa locuzione non sia sinonimo di inesistente). Un ente del genere è necessariamente immutabile, per definizione: una mutazione è un passaggio da uno stato antecedente a uno posteriore differente. Un ente fuori dal tempo non ha stati antecedenti e posteriori, che siano diversi o identici. Se li avesse sarebbe soggetto al passare del tempo.

Un altro tipo di dio immutabile è un dio definito come “perfetto”. Tale dio per definizione è in uno stato unico privo di difetti, in cui qualsiasi entità immaginabile che fosse diversa in un minimo aspetto sarebbe imperfetta rispetto al dio in questione. In questo senso di “perfetto”, dato che ogni mutazione necessita di una differenza, la mutazione comporterebbe una imperfezione. Quindi il dio di turno non può mutare senza diventare imperfetto, il che dimostra che non può mutare.

Va notato che questa dimostrazione colpisce in special modo il dio descritto dalle argomentazioni degli apologeti, piuttosto che uno effettivamente corrispondente all’immaginazione di un credente medio. Lo yhwh e il gesù biblici sono assai imperfetti: gelosi, iracondi, genocidi (includendo Apocalisse), il primo anche misogino, promotore di schiavismo, cambia continuamente idea pentendosi delle sue azioni. Inoltre non sono affatto fuori dal tempo: il primo è così temporale e così materiale da fare a cazzotti con Giacobbe, il secondo da nascere e crescere, morire e resuscitare.
Quindi di questi dèi temporali, mutevoli, imperfetti, tale dimostrazione non dice nulla. In particolare rispetto alla religione del sempliciotto che si sogna un omone barbuto in cielo, questa argomentazione è inutile.
Ma gli apologeti non possono accettare dèi così.

Per gli apologeti, infatti, quello yhwh e quel gesù sono proprio immutevoli, atemporali e perfetti.

Lasciamo stare però le opinioni nostre e parliamo della Chiesa cattolica. Cosa dice a riguardo? Per la Chiesa l’immutabilità di dio è un dogma. Una di quelle cose che se uno la rifiuta non è solo eretico, è proprio meritevole di anatema. Lo si stabilisce nel Concilio Lateranense IV del 1215, dove si proclama solennemente “crediamo fermamente e confessiamo apertamente che uno solo è il vero dio, eterno e immenso, onnipotente, immutabile, incomprensibile e ineffabile, padre e figlio e spirito santo: tre persone ma una sola essenza, sostanza cioè natura assolutamente semplice.” (fonte)

E non solo i cattolici, anche gli anglicani, nel Catechismo di Westminister dicono chiaro e tondo che se dio potesse cambiare non sarebbe dio. Addirittura dicono “L’infinità e immutabilità in dio sono mutuamente supportive e si implicano l’un l’altra. Un dio infinito e mutevole è inconcepibile; infatti è una contraddizione di termini.” (fonte)

E nella Bibbia, che non perde occasioni per contraddirsi, leggiamo:

  • Ebrei 13:8 “Gesù cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre!”
  • Malachia 3:6 “Io sono il signore, non cambio;”
  • Salmi 102:26-28 “In principio tu hai fondato la terra, i cieli sono opera delle tue mani. Essi periranno, tu rimani; si logorano tutti come un vestito, come un abito tu li muterai ed essi svaniranno. Ma tu sei sempre lo stesso e i tuoi anni non hanno fine.”
  • e tante altre su https://bible.knowing-jesus.com/topics/God,-Immutability-Of

Quindi, in sostanza, è stabilito che il tipo di dio di cui parlano apologeti, cattolici, anglicani e parte della Bibbia è un dio immutabile. Possiamo quindi occuparci della seconda premessa: che dio sia capace di reazioni.

Dio: reattore alimentato a preghiere?

Cosa intendiamo però con “reagire”? L’accezione del termine di cui parlo qui è quello che la Treccani definisce come “rispondere a una stimolazione dell’ambiente esterno”.

Quando un neonato vede lo stimolo del volto materno e risponde con un sorriso, ha avuto una reazione. Ma se quello stesso neonato sorridesse allo stesso momento temporale, per un proprio motivo interno e non per aver visto sua madre? Ebbene, quella stessa azione avvenuta nella stessa situazione ma senza quel nesso causale, invece, non sarebbe una reazione. Sarebbe un’azione spontanea.

L’aspetto cruciale, quindi, è che chi ha reagito ha risposto, non ha agito spontaneamente. È stato cioè oggetto di uno stimolo. In altre parole qualcosa di esterno è stato recepito e questo recepire ha prodotto un’alterazione, un cambiamento, una mutazione, risultante in un’azione che in quanto tale è una risposta.

Chiarito cosa si intende per “risposta” diventa più che evidente il suo essere incompatibile con l’immutabilità, ma di questo ci occuperemo dopo, quando arriveremo alla prova logica formale. Ora quel che va chiarito è a che tipo di dio si può applicare questa premessa.

Un esempio lampante è il tipo di dio della devozione popolare, quello che ascolta e risponde, esaudisce preghiere di guarigione, ricompensa col paradiso i pii e punisce con l’inferno gli empi. Questi sono tutti esempi di reazioni, infatti. Ascoltare e rispondere è un esempio di reazione chiarissimo, l’esaudire una preghiera è un caso particolare di ascolto e risposta, mentre la risposta della “giustizia” al comportamento umano è pure un esempio di azione causata da uno stimolo: il comportamento dell’umano è lo stimolo, il giudizio divino è la risposta e quest’ultima non è semplicemente arbitraria e coincidentale, ma per il credente è proprio determinata dalla “libera” scelta dell’umano.

Quest’ultimo tipo di reazione lo si ritrova tal quale anche nel dio dei teologi e degli apologeti, ma non la preghiera di guarigione. No, su questo i teologi sono paraculi da secoli.
Se ne sono inventati di tutti i colori per giustificare il fatto che, nonostante quattro Vangeli su quattro dicano chiaro e tondo che se il credente prega dio esaudisce, nulla accade.
Sì, tutti e quattro:

  • Matteo 17:20 “In verità vi dico: se avrete fede pari a un granellino di senapa, potrete dire a questo monte: spostati da qui a là, ed esso si sposterà, e niente vi sarà impossibile.”
  • Marco 11:24 “Per questo vi dico: tutto quello che domandate nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato.”
  • Luca 11:9-13 “Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il padre vostro celeste darà lo spirito santo a coloro che glielo chiedono!.”
  • Giovanni 14:12-14 “In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al padre. Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il padre sia glorificato nel figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.”

E non solo i Vangeli, uno potrebbe citare anche Salmi 144:18-19, Giacomo 5:14-16, 1 Giovanni 3:21-22, per non parlare del fatto che un po’ tutta la Bibbia racconta di come dio ascolta il suo popolo e fa cose in risposta alle preghiere.

Ma no, tutto questo per il cattolico non conta nulla, al punto che il Catechismo, nello spiegare il “dacci oggi il nostro pane quotidiano” dice chiaro e tondo di non aspettarsi pane:

2831 Il fatto però che ci siano coloro che hanno fame per mancanza di pane svela un’altra profondità di questa domanda. Il dramma della fame nel mondo chiama i cristiani che pregano in verità ad una responsabilità fattiva nei confronti dei loro fratelli, sia nei loro comportamenti personali sia nella loro solidarietà con la famiglia umana.” (fonte)

Per il cattolico, parrebbe, la preghiera di richiesta va bene solo come esercizio “spirituale”, ma nessuno s’aspetti un miracolo!

Fatica sprecata? Sì, fieramente. Lo chiamano un “sacrificio”:

“Infatti per la rigenerazione e l’unzione dello spirito santo i battezzati vengono consacrati per formare un tempio spirituale e un sacerdozio santo, per offrire, mediante tutte le attività del cristiano, spirituali sacrifici, e far conoscere i prodigi di colui, che dalle tenebre li chiamò all’ammirabile sua luce (cfr. 1 Pt 2,4-10). Tutti quindi i discepoli di cristo, perseverando nella preghiera e lodando insieme dio (cfr. At 2,42-47), offrano se stessi come vittima viva, santa, gradevole a dio (cfr. Rm 12,1).” (fonte)

Sembrerebbe, quindi, che il dio teologico dei cattolici sia al riparo da questa accusa, quella di reagire alla preghiera… ma solo per la preghiera con degli effetti visibili. Se invece si chiedono indulgenze, perdono e altre reazioni invisibili, lì non solo ci si può aspettare risultati, ma addirittura il business delle indulgenze è cosa pia e santa.

Una categoria particolare di queste richieste è quella delle preghiere d’intercessione. Dice la Chiesa in proposito, “A motivo del suo potere sul cuore di dio, la preghiera di intercessione ha una grande incidenza nella vita della Chiesa e nella storia dell’umanità” (fonte) e in particolare a poter intercedere sono per cominciare i santi: “Entrando nella « gioia » del loro signore, essi sono stati stabiliti « su molto ». 31 La loro intercessione è il più alto servizio che rendono al disegno di dio. Possiamo e dobbiamo pregarli di intercedere per noi e per il mondo intero.” (fonte)
Ma addirittura pure gesù e lo spirito santo stesso intercedono! “L’intercessione è una preghiera di domanda che ci conforma da vicino alla preghiera di gesù. È lui l’unico intercessore presso il padre in favore di tutti gli uomini, particolarmente dei peccatori. 107 Egli « può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si accostano a dio, essendo egli sempre vivo per intercedere a loro favore » (Eb 7,25). Lo spirito santo stesso « intercede […], poiché egli intercede per i credenti secondo i disegni di dio » (Rm 8,26-27).” (fonte)

Quindi, proprio come si chiede al santo di intercedere e questo intercede, anche lo stesso si fa con gesù e lo spiritello sacro, i quali teologicamente sono tanto dio quanto il padre. Quindi tanto immutabili quanto il dio presso cui intercedono.

Ma del resto di che ci meravigliamo? La Chiesa ancora oggi è rimasta all’offrire sacrifici a dio, semplicemente i sacrifici ora sono messe e preghiere, non capretti. Parole loro eh, dogma dal Concilio di Trento in poi (sessione XXII, Cap 2 e can 3): “3. Se qualcuno dirà che il sacrificio della messa è solo un sacrificio di lode e di ringraziamento, o la semplice commemorazione del sacrificio offerto sulla croce, e non propiziatorio; o che giova solo a chi lo riceve; e che non si deve offrire per i vivi e per i morti, per i peccati, per le pene, per le soddisfazioni, e per altre necessità, sia anatema.” (fonte)
Capito? Se neghi che è propiziatorio, che giova anche a terzi o che non vada offerto per tutti quei bulabula sovrannaturali, è anatema, peggio che la scomunica.

Scusate se ci marcio, ma è commovente vedere la Chiesa pararsi il culo per millenni sulla preghiera per il pane e poi scoprirlo così tanto su tutto il resto.

Ma d’altronde questo era proprio il prodotto che vendevano: offrire sacrifici a dio per far star meglio nonnina morta. Produrre una reazione in dio stesso.

La prova, finalmente

Quindi, chiarito che il dio cattolico, biblico, anglicano e apologetico sono tutti dèi sia “immutabili” che “reagenti”, possiamo passare a dimostrare l’incompatibilità delle premesse in questione, sicuri che queste forme di religione sono tutte colpite da questa dimostrazione.

P1. D (dio esiste; ipotesi di esistenza di dio)
P2. D→I (se dio esiste allora dio è immutabile; ipotesi che dio è immutabile)
P3. D→R (se dio esiste, allora dio ha reazioni; ipotesi che dio reagisce)
P4. I→¬C (se dio è immutabile, allora dio non ha cambiamento; per definizione di immutabilità, l’immutabilità implica l’assenza di cambiamenti)
P5. R→C (se dio reagisce, allora dio ha un cambiamento; per definizione di reagire, la reazione implica il cambiamento)

L1. I (dio è immutabile, da P1 e P2 per modus ponens; per applicazione di implicazione, dall’esistenza di dio e dalla implicazione tra la sua esistenza e la sua immutabilità, concludiamo che dio è immutabile)
L2. R (dio reagisce, da P1 e P3 per modus ponens; per applicazione di implicazione, dall’esistenza di dio e dalla implicazione tra la sua esistenza e la il suo reagire, concludiamo che dio reagisce)

L3. ¬C (dio non ha cambiamenti, da L1 e P4 per modus ponens; per applicazione di implicazione, dall’immutabilità di dio e dalla implicazione tra la sua immutabilità e il suo non avere cambiamenti, concludiamo che dio non cambia)
L4. C (dio ha cambiamenti, da L2 e P5 per modus ponens; per applicazione di implicazione, dal reagire di dio e dalla implicazione tra il suo reagire e il suo avere cambiamenti, concludiamo che dio cambia)

C1. (contraddizione tra L3 e L4; avendo concluso sia che dio cambia sia che dio non cambia, siamo davanti a una contraddizione, le premesse sono incompatibili tra loro)

Ed eccoci quindi alla prova completa: il dio immutabile che risponde alle umane preghiere e rende giustizia degli atti umani è impossibile, non può esistere.

La scusa dei pii

Cosa potrebbe tentare un accampascuse professionista per svicolare da questa prova dell’inesistenza del suo dio?

Una strategia variamente diffusa è quella di provare a parlare di predeterminazione. Ovvero sostenere che dio, con la sua onniscienza, ha predisposto fin da sempre che a un certo momento avrebbe fatto la certa tal cosa. La Chiesa usa questa scusa ad esempio per le preghiere di richiesta “del pane” e di altre grazie alla provvidenza, che poi secondo loro vengono esaudite.

Nota: ricordate l’esempio del bambino che sorride per motivi suoi proprio davanti alla madre? Ricordate che quel bambino non stava reagendo alla madre? Ecco, i cattolici questo lo capiscono quindi non dicono certo che dio abbia predisposto tutto a prescindere dalle azioni umane e solo per motivi suoi! Ben lungi, si finirebbe con un dio che non amministra giustizia e non ascolta le preghiere!

No, la loro scusa è semplicemente che decida ab aeternum, dal suo stato “fuori del tempo”, sempre in base all’azione umana.

Basta quindi davvero a salvare il dio di turno da questa dimostrazione l’ipotesi che questi non decida adesso, ma in un tempo diverso o in un non-tempo?
In primis bisogna capire bene la questione. L’ipotesi di cui parliamo è che dio decida, ma lo faccia in base a una conoscenza acquisita per mezzo della sua onniscienza piuttosto che osservando direttamente o indirettamente qualcosa.
Cosa vuol dire questo? Che all’origine della decisione c’è comunque il frutto della decisione umana. Cambia solo il modo in cui questa è conosciuta.
Non cambia, invece, il fatto che la preghiera ad esempio per il cattolico abbia “potere” sul “cuore” di dio. Non cambia che pregando si realizza che “persone” divine “intercedano” per lui. In altre parole resta il fatto che le azioni di dio sono determinate dalla reazione ad una azione. Quel che cambia è il modo e il momento in cui vengono determinate, ma non la loro natura di reazione.

Insomma, questo tipo di risposta è un classico specchietto per le allodole, una risposta data per dire qualcosa e dare l’impressione di aver risposto qualcosa, senza però aver minimamente risolto il problema.

Ergo…

Concludendo, come avevamo detto all’inizio, dio non esiste perché dovrebbe essere atemporale e immutabile ma dovrebbe anche avere delle reazioni e le due cose sono contraddittorie.

La sua immutabilità è determinata direttamente dal testo biblico e dai dogmi della Chiesa, nonché indirettamente a partire da altre proprietà quali la perfezione. Il suo reagire oltre ad essere pure direttamente attestato dalla Bibbia, è anche il solo motivo per cui un umano pio può veder dio reagire con il premio del paradiso anziché con le pene dell’inferno, oltre ad essere un meccanismo inevitabile per l’utilità della preghiera.
Ed essendo ogni reazione un mutamento, va da sé che è impossibile per un ente immutabile, come confermato con logica formale.

Come Volevasi Dimostrare.

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