Tra il 30 giugno e il 1 luglio 2024 si è tenuta la conferenza delle Nazioni Unite sull’Afghanistan. L’incontro, svoltosi a Doha, ha visto la partecipazione di rappresentanti di quasi due dozzine di Paesi. Guidata da Antonio Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite, la conferenza mirava a stabilire una strategia comune per affrontare la situazione in Afghanistan, Paese che dopo 45 anni di conflitto è emarginato dalla comunità internazionale. I temi chiave includevano questioni finanziarie, commerciali e la necessità di riconoscere ufficialmente il governo talebano. Un aspetto altamente criticato dell’incontro è stata l’esclusione delle donne afghane, un passo che molti considerano un tradimento dei diritti delle donne. Questa decisione, influenzata dalle richieste dei talebani, ha sollevato critiche da parte di organizzazioni per i diritti umani, ex politici afghani e membri della comunità internazionale. L’incontro ha sollevato interrogativi sulla legittimazione degli abusi dei talebani e sul futuro dei diritti umani in Afghanistan. Dal ritorno al potere nell’agosto 2021, i talebani hanno progressivamente limitato i diritti delle donne afghane, proibendo loro l’accesso all’istruzione superiore, all’occupazione e alla partecipazione alla vita pubblica. Nel marzo 2023, sono state riportate notizie di reintroduzione della fustigazione pubblica e della lapidazione per adulterio. Questa serie di restrizioni rappresenta una grave violazione dei diritti umani, come sottolineato dall’Unione Europea e dalle Nazioni Unite. Tali misure non solo violano i trattati internazionali, ma aggravano anche la crisi umanitaria in corso, colpendo in modo sproporzionato donne e bambini. Le Nazioni Unite sono state accusate di cedere alle richieste dei talebani, che hanno chiesto di escludere i diritti delle donne dall’agenda della conferenza. Human Rights Watch e altre organizzazioni hanno sottolineato che questa esclusione rischia di legittimare ulteriormente il regime talebano e compromettere la credibilità delle Nazioni Unite come difensore dei diritti umani. Tirana Hassan, direttrice esecutiva di Human Rights Watch, ha affermato che escludere le donne afghane dalla conferenza rischia di causare danni irreparabili alla credibilità delle Nazioni Unite. Sima Samar, ex ministra afghana per gli affari femminili, ha criticato le Nazioni Unite per aver ceduto alle pressioni dei talebani, affermando che la legge, la democrazia e la pace sostenibile non possono essere raggiunte senza includere metà della popolazione. Heather Barr di Human Rights Watch ha descritto la situazione in Afghanistan come la crisi dei diritti delle donne più grave al mondo, sottolineando l’incredulità che un incontro di tale importanza possa svolgersi senza discutere dei diritti delle donne.

Rosemary DiCarlo, Sottosegretario Generale dell’ONU, ha tentato di giustificare questa scelta affermando che le preoccupazioni delle donne afghane sono state comunque considerate al centro dell’incontro. Tuttavia, molti osservatori ritengono che il dialogo con i talebani sia destinato a fallire, in quanto percepito come una forma di legittimazione del regime. In effetti, la conferenza si è conclusa senza progressi significativi o impegni concreti da parte dei talebani. Mentre la comunità internazionale ha enfatizzato la necessità di revocare le restrizioni all’educazione delle donne come condizione per il riconoscimento del governo talebano, i talebani non hanno mostrato alcun segno di volontà di riforma. Per capire lo scetticismo manifestato da alcuni circa un possibile cambio di rotta da parte dei talebani, è necessario comprendere su quali basi ideologiche si fondi il regime talebano e la sua visione della donna. I talebani, un movimento islamista sunnita nato negli anni ‘90, seguono una stretta interpretazione della legge islamica (Sharia) basata su una combinazione delle tradizioni giuridiche della scuola Hanafi, la più antica scuola sunnita e di quella Deobandi, fondata in India nel XIX secolo che mira a mantenere vivo il tradizionale Islam premoderno. Questo implica un forte focus sull’educazione religiosa attraverso le madrase (scuole coraniche) e l’adesione all’Islam delle origini come punto di riferimento, dal punto di vista della dottrina, delle leggi e delle tradizioni, spesso con poca considerazione per le evoluzioni sociali o scientifiche moderne. L’incontro tra queste due correnti dà come risultato un rigido approccio alla religione, con una forte enfasi sulla conservazione delle tradizioni islamiche storiche. La visione dei talebani nei confronti delle donne è profondamente radicata nelle loro interpretazioni della Sharia e si basa su testi islamici tradizionali, come il Corano e gli Hadith, nonché su opere giurisprudenziali (Fiqh) come il “Bahishti Zewar”.

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  1. Gli uomini sono preposti alle donne, a causa della preferenza che Allah concede agli uni rispetto alle altre e perché spendono [per esse] i loro beni. Le [donne] virtuose sono le devote, che proteggono nel segreto quello che Allah ha preservato . Ammonite quelle di cui temete l’insubordinazione, lasciatele sole nei loro letti, battetele. Se poi vi obbediscono, non fate più nulla contro di esse.
  2. Le donne divorziate osservino un ritiro della durata di tre cicli, e non è loro permesso nascondere quello che Allah ha creato nei loro ventri, se credono in Allah e nell’Ultimo Giorno. E i loro sposi avranno priorità se,volendosi riconciliare, le riprenderanno durante questo periodo.
Corano sura 4

Il Corano parla chiaro: gli uomini sono preposti alle donne e hanno maggiori responsabilità. Ne consegue quindi che sono gli uomini a dibattere e a prendere decisioni in merito a questioni importanti, mentre la donna è relegata alla vita domestica nel ruolo di figlia, moglie e madre. Ecco la spiegazione data dal Tafsir Ibn Kathir, esegeta musulmano medievale considerato un’autorità dell’Islam sunnita, su Corano 4:34:

Gli uomini sono i protettori e i sostenitori delle donne, nel senso che l’uomo è responsabile della donna e ne è il mantenitore, custode e guida, che la disciplina se si discosta. Questo perché Allah ha reso gli uomini superiori alle donne per certi compiti. È per questo che il profetato è stato riservato agli uomini, così come altre importanti posizioni di leadership. Il profeta ha detto: “Il popolo che nomina una donna come proprio leader non avrà mai successo.” Questo vale anche per la nomina delle donne come giudici o in altre posizioni di leadership. Perché spendono i loro mezzi, ossia la dote, le varie spese che Allah ha ordinato nel Suo Libro e nella Sunnah del Suo Messaggero affinché gli uomini spendano per le donne. Per queste ragioni, è appropriato che l’uomo sia nominato suo sostenitore, così come Allah ha detto: “Gli uomini hanno un grado di responsabilità sopra di loro (le donne).” Le qualità della moglie giusta: Allah ha detto, “Le donne giuste sono Qanitat”, obbedienti ai loro mariti, come affermato da Ibn Abbas e altri. As-Suddi e altri hanno detto che la donna protegge l’onore e i beni del marito quando questi è assente; ha anche specificato che il marito custodito è colui che Allah protegge. Ibn Jarir ha registrato che Abu Hurayrah ha detto che il Messaggero di Allah ha detto: “La migliore donna è quella che quando la guardi, ti soddisfa, quando le ordini, ti obbedisce, e quando sei assente,protegge il suo onore e i tuoi beni.” Poi, il Messaggero di Allah ha recitato l’Ayath: “Gli uomini sono i protettori e i sostenitori delle donne” fino alla fine. L’Imam Ahmad ha registrato che Abdur-Rahman bin ‘Awf ha detto che il Messaggero di Allah ha detto: “Se una donna prega le sue cinque preghiere quotidiane, digiuna nel suo mese, protegge la sua castità e obbedisce a suo marito, le verrà detto: ‘Entra in Paradiso da qualsiasi porta tu voglia.'” Stando quindi a quanto affermano sia le scritture che l’esegesi, la leadership e l’autorità decisionale sono appannaggio esclusivo maschile in quanto sarebbe stato Dio in persona ad attribuire queste qualità solo all’uomo. Le donne, d’altronde, come riportano hadith considerati affidabili, possiedono la metà dell’intelletto di un uomo (Sahih al Bukhari, 304, book 6, Hadith 9), Esse chiesero: “Perché è così, o Messaggero di Allah?” Lui rispose: “Voi maledite frequentemente e siete ingrate verso i vostri mariti. Non ho visto nessuno più carente in intelligenza e religione di voi. Un uomo prudente e sensato potrebbe essere sviato da alcune di voi.” Le donne chiesero: “O Messaggero di Allah! Qual è la nostra carenza in intelligenza e religione?” Egli disse: “Non è forse vero che la testimonianza di due donne è pari a quella di un solo uomo?” Esse risposero affermativamente. Egli disse: “Questa è la carenza nella vostra intelligenza. Non è forse vero che una donna non può né pregare né digiunare durante le mestruazioni?” Le donne risposero affermativamente. Egli disse: “Questa è la carenza nella sua religione.” E non c’è possibilità per una donna di vivere una vita indipendente: gli unici ruoli a cui può aspirare sono quelli di moglie e madre. Il Bahishti Zewar riprende questi hadith e ne legittima il contenuto, validando anche a norma di legge quanto viene detto sulle donne in merito alle loro capacità intellettive. Questo libro di giurisprudenza islamica a cui si rifanno i talebani, tra le altre cose, stabilisce le responsabilità e i diritti tra marito e moglie. Visto che, come ho già accennato, le donne possono ambire solamente al ruolo di spose e madri, vale la pena ricordare come sia enfatizzata l’importanza della sottomissione della moglie al marito quale pratica virtuosa, evidenziando che il marito ha un ruolo centrale e dominante nel matrimonio: nemmeno quindi all’interno delle mura domestiche la donna può dirsi autonoma, è sempre e comunque preposta all’autorità maschile e gode di privilegi soltanto in apparenza, peraltro revocabili a seconda del suo comportamento nei confronti del coniuge e della sua famiglia o di determinate contingenze pratiche. Ecco di seguito qualche esempio: È obbligo del marito mantenere la moglie, fornendole cibo, vestiti e un rifugio adeguato. Questo dovere rimane anche se la moglie è ricca. Nel caso in cui la moglie si rifiuti ingiustificatamente di vivere con il marito, perde il diritto al mantenimento. La moglie ha diritto al mantenimento anche in caso di malattia, ma il marito non è obbligato a pagare per le sue cure mediche, se non per sua volontà. Durante un viaggio per l’Hajj, se la moglie viaggia in compagnia di altri, il marito non è obbligato a provvedere alle sue necessità, mentre deve farlo se la accompagna.

La moglie è tenuta a svolgere i lavori domestici, a meno che non sia malata o di una classe sociale elevata che le impedisca di farlo. Per quanto riguarda l’alloggio, il marito deve garantire che sia libero da interferenze di altri parenti, a meno che la moglie non accetti di vivere con loro. Per quanto riguarda i diritti del marito, la moglie deve obbedirgli in tutto ciò che è permesso da Allah, compresa la disponibilità ad avere rapporti sessuali quando li esige l’uomo. La donna non deve uscire di casa o impegnarsi in attività senza il suo permesso, anche per eventi sociali. Deve mantenersi pulita e curata per il marito. Il testo non manca di citare alcuni hadith tra cui: Il Profeta disse: “La donna che esegue le sue cinque preghiere quotidiane, digiuna durante il mese di Ramadan, protegge il suo onore e la sua dignità, e obbedisce al marito ha la possibilità di entrare in Paradiso dalla porta che desidera.” Il Profeta disse: “La donna che muore mentre il marito è contento di lei entrerà in Paradiso.” Il Profeta disse: “Se avessi dovuto comandare a qualcuno di prostrarsi davanti a un altro, avrei comandato alla donna di prostrarsi davanti al marito. Se il marito ordina alla moglie di trasportare i massi da una montagna all’altra, e da quella montagna a una terza, lei dovrà farlo.” Il Profeta disse: “Quando il marito chiama sua moglie, lei dovrebbe andare immediatamente da lui anche se è impegnata ai fornelli.” In altre parole, non conta quanto importante sia il compito in cui è impegnata, deve lasciarlo e andare da lui, e soprattutto: il biglietto per il Paradiso te lo guadagni compiacendo tuo marito. Il Profeta disse: “Quando un uomo chiama sua moglie per avere rapporti sessuali con lui e lei non va, e per questo motivo lui si addormenta arrabbiato, gli angeli la malediranno fino al mattino”. Le preoccupazioni espresse da parte della comunità internazionale visto l’utilizzo di norme religiose arcaiche che vedono la donna come subordinata all’uomo per governare e controllare un Paese non ci sembrano a questo punto infondate. Ad oggi, il 50% della popolazione in Afghanistan non sta più ricevendo un’istruzione superiore ed universitaria. Il 50% della popolazione è esposto alla possibilità che un giudice non veda gli estremi per un divorzio quando la richiedente non ha “almeno” le ossa rotte. Il 50% della popolazione non può frequentare la maggior parte dei luoghi pubblici. Il 50% della popolazione è messa in condizione di non poter esprimere il proprio potenziale intellettivo e contribuire al futuro del proprio Paese con una carica pubblica o un lavoro al di fuori del proprio ambiente domestico. A questo proposito, In un rapporto delle Nazioni Unite, il responsabile UN di Human Rights Council, Richard Bennett, ha parlato chiaramente di Apartheid di genere. Aspettarci che una società intrappolata in una “time capsule” come quella a guida islamica implementata dai Talebani possa cambiare senza forti pressioni internazionali, sembra una ingenuità di cui gli organismi sovranazionali si stanno rendendo complici da troppo tempo. Allo stesso modo del resto, sotto pressione internazionale, è stata abolita nel 1981 la schiavitù in Mauritania, ultimo Paese al mondo in cui questa era ancora pratica legale, nonostante le leggi del Paese fossero ancora basate in parte sulla Sharia, che riconosce e regola la schiavitù. “Siamo vive, ma non stiamo vivendo”, avrebbe detto una di loro agli ispettori UN. Parole come macigni, che non meritano reazioni o risposte di tiepida circostanza.

Fonti:

Articolo Guardian

https://www.theguardian.com/global-development/article/2024/jun/21/shutting-afghan-women-out-of-key-un-conference-to-appease-taliban-a-betrayal

Comunicato stampa del Consiglio dell’UE sui Talebani che proibiscono alle donne di lavorare per l’UN

https://www.consilium.europa.eu/it/press/press-releases/2023/04/07/afghanistan-statement-by-the-high-representative-on-behalf-of-the-european-union-on-taliban-banning-afghan-women-from-working-for-the-un

Press Conference di Guterres sull’Afghanistan

https://webtv.un.org/en/asset/k1d/k1dgqembnx

Articolo di approfondimento delle BBC sui Talebani, il loro credo e i loro intenti

https://www.bbc.co.uk/programmes/articles/v7DxwfCc8Mv910TcRBfKmD/what-do-the-taliban-believe

Link al libro di Fiqh “Bahishti Zewar”

https://archive.org/details/BahishtiZewar_201307/page/n11/mode/2up

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