Questa potrebbe essere una delle dimostrazioni più corte dell’intera serie, nonché una delle più generali e devastanti. Sto parlando di un paradosso che ho menzionato molto spesso nei video del canale YouTube, un paradosso ineludibile che intacca le fondamenta stesse del pensiero monoteistico.

Il paradosso è il seguente: dio* non esiste perché dovrebbe essere perfetto e aver creato un mondo imperfetto, ma le due cose si contraddicono.

Sì, è davvero tutto qui. Ed è davvero una ovvia banalità, ma il dogma è indiscutibile, quindi il credente è costretto a distogliere lo sguardo in ogni modo possibile. È costretto a ripetere frasi fatte blocca-pensieri. È costretto a fare spallucce in attesa che un prete o un apologeta lo rassicurino che non c’è il problema che ovviamente c’è… e andare avanti con una crepa in più nella sua fede. Finché questa regge.
Ma se mi fermassi qui che gusto ci sarebbe?

*NOTA: In questo testo è stata usata la lettera minuscola all’inizio dei seguenti vocaboli: dio e allah, creatore nel suo riferirsi alla divinità. Si tratta di una scelta letteraria volta a sottolineare, sia per chi scrive, sia per molti atei, che a tali personaggi immaginari nel corso della Storia umana è stata attribuita un’immeritata importanza. Come modo ulteriore di desacralizzare questi soggetti verranno quindi qui così degradati anche in violazione delle convenzioni ortografiche.

Perfetto!

Innanzitutto, quali religioni proclamano perfetto il loro dio?

Primariamente citiamo la Bibbia: Deuteronomio 32:3-4, in un cantico che dio impone a Mosé di annunciare al suo popolo leggiamo, “Voglio proclamare il nome del Signore: magnificate il nostro Dio! Egli è la Roccia: perfette le sue opere, giustizia tutte le sue vie; è un Dio fedele e senza malizia, egli è giusto e retto.”.
E per non lasciare adito a nessun “mailvecchiotestamentononcontapericristiani” citiamo anche il Nuovo, specificamente il discorso della montagna così caro a tanti apologeti, che al suo termine chiude proprio con “Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.” in Matteo 5:48

Nel cattolicesimo in particolare, il Catechismo maggiore di Pio X, recita:
“898. Per quali motivi dobbiamo noi amare Dio?

Noi dobbiamo amare Iddio perché Egli è il sommo bene, infinitamente buono e perfetto; e inoltre per il comando che Egli ce ne fa, e per i tanti benefici che da Lui riceviamo.”(fonte)
La sua perfezione quindi oltre a essere asserita e ribadita è elevata a un motivo per amare dio.

E il suo “Catechismo della dottrina cristiana” insiste che dio non è solo perfetto ma perfettissimo, ovvero Perfettissimo significa che in Dio è ogni perfezione senza difetto e senza limiti”(fonte).

Questo lo ribadisce l’attuale Catechismo al punto 213:”Dio è la pienezza dell’Essere e di ogni perfezione, senza origine e senza fine.” (fonte)

Ma d’altronde non possono che dire questo: per il cattolicesimo è proprio dogma che dio sia perfetto, infatti la costituzione dogmatica dei filius recita: “La Santa Chiesa Cattolica Apostolica Romana crede e confessa che uno solo è il Dio vivo e vero, Creatore e Signore del cielo e della terra, onnipotente, eterno, immenso, incomprensibile, infinito per intelletto, volontà e per ogni perfezione“. (fonte)

Andando oltre gli abramitici, ma restando nel monoteismo, troviamo i sikh, che pure insistono sulla perfezione divina “Ogni cosa tende alla perfezione; la perfezione è in dio; quindi dio è presente ovunque come ideale.“(fonte)

Per quanto riguarda l’islam, sembra che il Corano non contenga citazioni esplicite che indicano dio come perfetto, ma la teologia islamica non si è fatta fermare da questo e un gran numero di cosiddetti sapienti proclamano a destra e a manca la perfezione del loro dio.
Per esempio il tafsir di Ibn Kathir, recita “«perché allah è la più alta descrizione» il che significa che è assolutamente perfetto in tutte le maniere e questa assoluta perfezione è soltanto sua.”(fonte)

Tranne per un dettaglio: la creazione

E qui ho da pormi un dilemma: serve davvero portare evidenze che per i credenti dio sia un creatore? È letteralmente il nome con cui lo chiamano, “il creatore”! Più o meno ogni testo sacro sembra concentrarsi sul suo creare il mondo, in maniere letterali o mitologiche che si voglia.
Forse è meglio concentrarsi su un argomento già più contenzioso: che la creazione non sia perfetta.

Eh sì, perché a furia di accampare teodicee (sì, il termine non indica il problema della sofferenza o del male, ma la scusa con cui gli si risponde per conciliare detto problema con la supposta giustizia divina), c’è anche chi se ne è uscito con la teodicea del mondo migliore possibile.
Questa specifica scusa è il parto di Leibnitz, a imperitura memoria del fatto che la fede può affliggere anche le menti più grandi. Proprio lui che con la sua “grammatica universale” ha inizialmente ideato quella logica formale che altri avrebbero poi sviluppato e grazie alla quale posso dimostrare con quello che lui chiamerebbe un “calculemus” l’inesistenza del suo dio.
Proprio lui ha osato dire che questo sia il migliore dei mondi possibili.
Certo, con una vita come la sua, a saltare da una corte all’altra, coperto di onori, magari una sciocchezza simile uno se la poteva pure inventare. Ma lui le miniere dell’Oberharz le ha viste, si è occupato per quattro anni di risolverne i problemi tecnici. Ha visto in che miserie vivevano i minatori. È solo la cieca fede che l’ha spinto a formulare l’idea che il mondo meglio di così non potesse essere perché fatto da un dio perfetto.
Ed è così che è finito a essere ridicolizzato nel Candide di Voltaire.
Tuttavia va rimarcato questo: in siffatta specifica teodicea non si osa dire che il mondo sia perfetto, ma solo che sia il migliore dei mondi possibili.

Quindi la risposta a questa difesa è molto semplice: far notare la differenza tra “perfetto” e “migliore possibile”. Quel che ne segue è che un mondo perfetto sia impossibile, non che quello che c’è sia perfetto. E questo è riconosciuto anche da Leibnitz che considerava il male presente nel mondo, ma semplicemente destinato a produrre un “bene maggiore” che lo compensasse. Riconosceva quindi persino lui la presenza di queste imperfezioni.

Presenza attestata anche biblicamente, Romani 8:20-21 recita “La creazione infatti è stata sottoposta alla caducità – non per sua volontà, ma per volontà di colui che l’ha sottoposta – nella speranza che anche la stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio.”

In quanto all’ebraismo, a parte il libro di Giobbe, un’abbondante letteratura è disponibile sulla casualità della sofferenza, quindi penso che nemmeno lì ci siano molti disposti a credere che il mondo sia perfetto, (leggasi ad esempio qui)

È proprio la presenza di corruzione nel creato, d’altronde, a costituire la base concettuale per cui vi è differenza tra creatore e creatura, ribadita dogmaticamente dal Concilio lateranense IV “perché tra il creatore e la creatura per quanto la somiglianza sia grande, maggiore è la differenza.” (fonte) e dalla Gaudium et spes “Ignoriamo il tempo in cui avranno fine la terra e l’umanità (71) e non sappiamo in che modo sarà trasformato l’universo. Passa certamente l’aspetto di questo mondo, deformato dal peccato (72). Sappiamo però dalla Rivelazione che Dio prepara una nuova abitazione e una terra nuova”(fonte)

Quindi per il cattolico è dogma che la creazione sia differente dall’essere perfetta (dunque imperfetta) e che tale differenza includa una “deformazione” indotta dal peccato.

E per quanto tra i sikh alcuni guru sembrino proclamare perfetto il mondo, poi si girano e dicono che ci sono “giardini spinosi” dentro: “Fareed, questo mondo è bello, ma c’è dentro un giardino spinoso” (fonte)

Nell’islam è il Corano questa volta a indicare un difetto della creazione: “allah vuole alleviare [i vostri obblighi] perché l’uomo è stato creato debole” (fonte) dove secondo Tabarî (v, 29) il versetto si riferisce al permesso di sposare le schiave. Che buono questo dio che concede agli uomini di non rendere un peccato lo stuprare delle donne invece di pensare a proteggere dette donne da detti uomini col vincolo del peccato! Ma questa è l’opinione del Tabarî, fatto sta che la creazione divina per il Corano include un’umanità debole, quindi tutt’altro che perfetta.

Del resto non mi risulta esserci religione tanto arrogante da considerare perfetto l’essere umano.

Impossibile conciliare

Ricapitoliamo.

Abbiamo assodato che per molte religioni monoteiste, inclusi islam, ebraismo, cristianesimo (cattolicesimo in particolare) e jainismo, dio è perfetto.

Abbiamo assodato anche che per queste stesse religioni, qualche difetto il mondo ce l’ha e se non il mondo gli esseri umani, in ambo i casi creazioni di dio.

Quindi non resta da fare che una cosa: dimostrare che queste due affermazioni sono del tutto incompatibili!

Ecco la prova in logica formale, definendo i predicati P(x) come “x è perfetto” e A(x,y,z) come “l’atto y del soggetto x ha il risultato z”.

P1. ¬P(M) (il mondo non è perfetto; ipotesi che il mondo sia imperfetto)
P2. A(D,C,M) (il mondo è il risultato dell’atto creativo di dio; ipotesi che dio sia il creatore del mondo)
P3. ∀x( P(x)→∀y∀z( A(x,y,z)→P(z) ) ) (per ogni x, la perfezione di x implica che per ogni azione y e risultato z, se z è il risultato dell’atto y di x, allora z é perfetto; effetto transitivo della perfezione: un ente perfetto può solo compiere azioni dai risultati perfetti )
P4. P(D)(dio è perfetto; ipotesi che dio sia perfetto)
C1. P(D)→∀y∀z( A(D,y,z)→P(z) )(istanziazione del quantificatore universale su x in P3; se la proprietà transitiva della perfezione vale per ogni ente perfetto, deve valere anche per dio )
C2. ∀y∀z( A(D,y,z)→P(z) )(modus ponens da P4 e C1; se dio è perfetto e la perfezione di dio implica la perfezione di ogni risultato in ogni sua azione, segue che ogni suo risultato di ogni sua azione sarà perfetto)
C3. ∀z( A(D,C,z)→P(z) )(istanziazione del quantificatore universale su y in C2; se ogni risultato di ogni atto divino deve essere perfetto, allora anche il risultato del suo atto creativo deve esserlo)
C4. A(D,C,M)→P(M)(istanziazione del quantificatore universale su Z in C3; se ogni risultato dell’atto creativo divino deve essere perfetto, allora anche il mondo risultante da tale atto creativo deve esserlo)
C5. P(M)(modus ponens da P2 e C4; dato che dio ha creato il mondo e che se dio ha creato il mondo allora il mondo è perfetto, se ne conclude che il mondo è perfetto)
C6. (contraddizione tra P1 e C5; siamo arrivati ad asserire e negare che il mondo sia perfetto, questa è una contraddizione)
CVD

Come un gatto attaccato a… i vetri.

A cosa quindi si potrebbero provare ad attaccare i difensori della cieca fede davanti a questa prova?
Beh, negare l’ipotesi di perfezione di dio arriva ad esorbitanti costi teologici, quindi difficilmente si azzarderanno. E lo stesso vale per il negare l’ipotesi che dio sia il creatore del mondo. Certo, i politeisti tendenzialmente non hanno scrupoli a fare queste cose, quindi ancora una volta loro si possono esentare da questa dimostrazione.

Ma per i monoteisti questo va contro dei capisaldi della fede.
Le ipotesi P2 e P4 dunque sono per loro intoccabili, restano P1 e P3. Anche P1 però, l’idea che questo mondo non sia perfetto esattamente così com’è risulta assai indigesta da asserire.

Gli toccherebbe di dire che è perfetto un mondo in cui esisto io e esistono milioni di atei, perfetto un mondo in cui la blasfemia scorrazza libera in vari continenti, perfetto un mondo in cui molti preti della loro stessa religione abusano dei loro bambini spesso protetti dai loro correligionari (non è curioso che questo sia vero indipendentemente dalla religione?), perfetto un mondo in cui demoni e nemici cosmici vari del loro dio possono esistere ed agire (eccetto i sikh, loro non mi risulta ne abbiano) e perfetto un essere umano dotato di una natura peccaminosa, concupiscente, soggetta a tentazioni, ego e attaccamenti materiali.

Insomma anche questa opzione è insostenibile senza buttare alle ortiche millenni di dottrine e di prediche.

Che rimane se non la P3? Ovvero la definizione stessa di perfezione. Alla fin dei conti finisce sempre così del resto: una volta dimostrata la falsità del significato del dogma il virus memetico muta, inventa nuovi significati per vecchie asserzioni e fingendo che nessuno abbia mai inteso o sostenuto il vecchio significato, sopravvive attribuendone uno nuovo al vecchio simbolo.

Anche qui quindi la risposta ideale per l’apologeta sarà di iniziare a fingere che la perfezione dell’autore non necessiti la perfezione dell’opera. Ma questo equivale esattamente a negare che l’autore sia perfetto, semplicemente senza ammetterlo. Come hanno fatto con l’onnipotenza.

Ma basta cercare di generalizzare la definizione perché diventi ovvio ed evidente che questo si sta facendo: chi definirebbe perfetto un architetto che progetta palazzi così fragili che le vibrazioni di una persona che ci cammina dentro li fa crollare? Chi definirebbe perfetto un generale le cui strategie sono facilmente sconfitte dai suoi avversari per la diserzione di un solo soldato? Chi, quindi, potrebbe definire perfetto creatore uno il cui creato viene corrotto da un singolo evento? O peggio ancora include ovvi difetti?
Sarebbe un uso del tutto inconsistente del termine fare eccezione per dio soltanto e un chiaro snaturare la definizione attribuire la perfezione ad atti e agenti imperfetti.

Insomma, una fallacia logica chiamata “spostamento del traguardo”: quel che doveva essere sufficiente per confutare un’affermazione viene ignorato cambiando il senso dell’affermazione originaria.

È la logica, bellezza

In conclusione, abbiamo visto come sia del tutto impossibile avere un dio creatore perfetto e un creato imperfetto, perché se un ente perfetto fa qualcosa, quel qualcosa dovrà necessariamente essere perfetto a sua volta, mentre il mondo a detta degli stessi credenti non lo è.
Abbiamo visto anche la semplicissima dimostrazione logica formale di questo, poco più lunga dell’applicazione della definizione a un caso particolare (il mondo).
Abbiamo visto insomma una basilare evidenza dell’inesistenza di dio. Come volevasi dimostrare.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *