Le prime evidenze di una produzione di strumenti in pietra risalgono a circa 3,3 milioni di anni fa e sono state rinvenute in Africa (a quel tempo il nostro genere non esisteva ancora e questo dovrebbe far riflettere sul fatto che la produzione di strumenti non sia una nostra speciale prerogativa). Da quella data in poi la produzione di manufatti ha subito un’inarrestabile “evoluzione” ed ha assunto caratteristiche diverse, soprattutto in funzione della cronologia, delle necessità e dell’ambiente in cui vivevano gli artigiani paleolitici.
Una delle utilità dello studio degli strumenti litici è quello di poter decifrare non solo una parte dell’evoluzione culturale dei nostri antenati, ma anche di definire come alcune innovazioni tecnologiche si siano diffuse sì geograficamente, ma anche tra specie umane differenti.
Da un punto di vista cronologico, per esempio, gli strumenti in pietra ci permettono di definire l’arrivo dei primi ominini in Europa e in Asia, essendo i primi resti umani più rari e, in questi due casi, più recenti. Marta Arzarello è professore di Preistoria all’Università degli Studi di Ferrara.
I principali temi delle sue ricerche sono legati alla prima diffusione dell’Uomo al di fuori dall’Africa e al comportamento tecnico dei primi neandertaliani.