Nel piano di salvezza era indispensabile quanto Gesù. Però brucia all’inferno per l’eternità e sarà vituperato da chiunque fino alla fine dei tempi.


A sentire gli apologeti bigotti, un solido argomento in favore della verità del messaggio cristiano sta nel destino terreno del suo fondatore: poiché fu ucciso nel più umiliante dei modi come il più spregevole degli uomini, Gesù dev’essere davvero il Figlio di Dio. Siccome sembra assurda, questa storia non può essere stata inventata: i suoi seguaci si sarebbero vergognati e non avrebbero tramandato la sua vicenda. Siamo sempre lì: «Credo quia absurdum». Ovvero: «Più grossa è la cazzata e più io ci credo, ché a credere nelle cose ragionevoli c’è poco merito agli occhi di Dio». Sottovalutando la capacità tutta umana di Pietro, Giacomo, Paolo e compagnia credente di convivere con le dissonanze cognitive e di continuare a credere nelle stronzate anche quando ormai sono conclamate. Superfluo aggiungere che, se invece Gesù avesse goduto di un immediato e strepitoso successo terreno, proprio quella sarebbe stata la prova della verità del suo messaggio. Maometto sta lì a dimostrarlo per centinaia di milioni di musulmani. Insomma, che il fondatore fallisca o abbia successo, tutto fa brodo per rassicurare chi già crede per tutt’altri motivi e vuole cercare una conferma purchessìa, a costo di farsi andar bene tutto o il contrario di tutto. La falsificabilità dell’ipotesi sta a zero e vaffanculo a Popper.

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