Faber Lumière è un nome d’arte frutto di due ispirazioni: l’umanismo e il secolo dei lumi.
Lumière perché bisogna riaccendere la luce della ragione, il sonno della ragione del resto sta già generando mostri e chi ha fatto credere l’incredibile alle masse sta facendo loro fare l’intollerabile.
Faber perché l’umanità è artefice del proprio destino, senza attendere un salvatore o un messia, senza piangerci addosso, ma prendendo nelle nostre mani il male che non abbiamo causato per portare a un futuro migliore.
E sì, queste sono frasi (quasi) fatte, ma la verità non è mai originale. Nel faber-metodo del resto non c’è originalità, ci si limita a riferire quel che è già stato scoperto da eserciti di scienziati e filosofi da parecchi anni… nella speranza di spingere verso una comprensione della complessità che porti al pensiero critico.
Di Faber Lumière non c’è da fidarsi insomma, perché se c’è un messaggio principale che porta è quello dello scetticismo, del dubbio metodico.
Passando ai dettagli inutili, Faber rimane anonimo, da oltre un decennio in cui pubblicamente spinge allo scetticismo:
- Ex amministratore de Tu lo chiami dio ma io non lo conosco su facebook (150.000 like al momento del ban)
- Ex colonnista de L’Osservatore Pastafariano per la rubrica “la posizione atea”
- Divulgatore seriale sui canali “Osa Sapere” su youtube, instagram, tiktok
- Cintura nera di google-fu